Nicole Stamberg Drano
Nicole Drano Stamberg - Francia
Lodève, 1936. Autrice di numerose raccolte di poesia, organizzatrice di eventi internazionali.
Ballata delle donne con lo scialle
Di tre dame e della loro bellezza
Vi scriverò
Gina, Anna e Sofia
Più sono vecchie più quelle
Mi piacciono Piangere ancora
E sospirare. E forse il tempo di stare in pace?
Benessere dolce sul muretto
Scialli. Capelli folletti
Di tre dame di eternità,
Poesierò a Campodimele.
Mele e campo
Miele e campo. Io scendo
Lungo la vita lungo la morte.
Non è Flora la bella romana
Né Eloisa né Taide
Non più la neve di prima
Soltanto il sole di questi giorni
Un reale con lo scialle sopra le ciocche
Dove nascono tutti i gigli di ogni giorno
Se mi destreggio con la vita
Destreggiandomi con la morte
Perché piangere
E sospirare. E tempo che si stia in pace
Tu perdi Tu vinci
Non venir meno. Ama l'amore
Allontana la morte scendi lungo la via.
Gina dice "mamma aveva uno scialletto
Per proteggersi dal vento"
Anna grida "la mia stoffa diventa bandiera,
non lascia mai il mio volto"
"Guardate - dice Sofia - non sono io
La più strana con cotoni così soffici
Sui miei riccioli insolenti?
voi tutti vorreste toccarli"
Che importano il cotone, il raso,
la seta e il nylon. Benessere dolce
sul muretto. Tutto è sistemato
vicino al pero. Via dell'amore
campodimele. Una ballata
molto appartata lungo tutta la vita.
Esse vi diranno che troppa fame
porta la guerra. Se è vero
il ritornello che io danzo è tre volte
niente. Sulla panca tre dame
Sono ancora meno. Tre carezze
Sul tuo cuore. Tre versi. Tre pani.
Trre bicchieri di vino. Si potrebbe
Dividere.
Dimentica
Lacrime e sospiri. A volontà.
Un vento migliore sulla barca del mondo
e già ho issato la vela
E quella scende sui ciottoli della vita.
La pace di cui avremmo bisogno
Viene giù sulla poesia
Ballata ballata baladera
E balleranno le parole
Dal sorgere dell'alba all'ambra
Grigia della notte
Scappa, srotola lungo tutta la vita.
Ballata di Gaeta
È caduta la sera
Mi getto ai piedi di tutte le vergini all'uscita dei vicoli
Né i lupi né gli spiriti del male mi potranno ostacolare
I miei figli hanno appuntamento con me
Per tutta la notte l'amore ci guiderà
nell'Indipendenza della tua via luminosa Gaeta
"Piccole vergini fiorite
Si brucia la vita in un lumino acceso
Santa Maria del ben morire allontana i demoni.
Santissima Maria vieni con me
a spaccare i busti di Mussolini
sulla Montagna Spaccata!" Presto, ho un appuntamento
in Calle Independencia a Gaeta la luminosa
Con i miei figli prenderemo
la terra del tiranno, e modelleremo
delicate vergini con occhi di perla
che piangono ruscelli ruissel ruisselet ruis
Ru ri ru rrr rrrr rrriiiuuuu ruisselle de rigole en rigole...
Oh! raggiungere il mare all'istmo di Montesecco
"Il mio passato, come il destino me l'ha assegnato
è nient'altro che vuoto sconsolato... e non consola"
Vieni con noi Pier Paolo Pasolini in Calle Independencia
Oh Gaeta luminosa
Apre tutte le porte ormai l'aurora
Qualcuno
getta secchi d'acqua. L'odore del
porto arriva
fino a me. Una donna vende
tre pesci e un polpo
in una foglia di fico. Il giorno è qui.
Pier Paolo, i miei figli e tre angeli
mi
accompagnano in Calle Independencia.
Gaeta luminosa si risveglia.
Ballata della Montagna spaccata
Al mattino si alza un odore di frittura
sotto i piedi - spezie d'Oriente.
Nell'aria cantano gli odori d lunghe foglie -
sul bordo della strada scricchiolano gli eucalipti.
Io mi arrampico
nelle fessure della Montagna spaccata.
Viaggiatrice a Gaeta
per posare cinque dita sulla roccia spezzata.
Il corpo si avvolge nei bastioni
di magia - si mette a invocare.
Io rientro in te Montagna spaccata.
Una stella ci guida.
Arrivata da Frontignan
un pezzo di stagno all'angolo degli occhi
avanzo fino all'abisso che apre il mondo
davanti alla morte. Appoggio le spalle alla roccia.
Umida mi accarezza la parete
scalando la stretta scalinata.
Nel taglio scuro della Montagna spaccata
resuscitano figlio e Cristo.
Prima di fermarti sulla via di Eboli
resta un po' a Gaeta
Cristo - fa' che non muoiano più
i bambini della terra. La storia non cambierà?
Nascondili nella roccia tagliata
della Montagna spaccata.
Ho visto da lontano tre velieri - portano
messaggi dell'ape della rondine dello zebù.
Dall'alto della Montagna spaccata di Gaeta.
Ballata della teiera sulla tavola di Spigno
All'alba la luce
segna un cammino
sulla montagna, fino alle rovine
dell'ultima guerra.
Nell'ombra Peppa poggia la teiera
passa un vento denso di modestia
dalla finestra aperta della camera di Spigno
Sulla tovaglia immacolata
un oggetto semplice. Alchimia miracolosa
nella stanza vuota l'ospitalità di Peppa.
Sorride dalla cucina abbottonandosi
il grembiule blu.
Fuori i meloni rischiarano la terra secca
da una fessura un po' di succo brilla
più lontano i pomodori proclamano
il loro colore
La finestra inquadra le spine nere
della montagna di Spigno
Prendo i libri sullo scaffale. La teiera scotta.
Peppino, vieni a leggere con me Ignazio Silone
Pane e vino. Vino e pane
parlami degli olivi dietro il fienile,
questa mattina erano rossi
e avanzavano. Li ho visti
la finestra della camera sbatteva
In fondo là in alto si alzavano le rovine di Spigno
Mi chino sul davanzale
il pergolato si prolunga per la vigna
sorretto da tutori: Il nonno, un cane ai talloni
passeggia sulla terrazza e invoca il cielo.
Con grazia Peppa serve il tè.
Dalla finestra della stanza d'Irene
dalle mani di pace
Mi arrivano le voci lontane di
Spigno Saturnia.
Ballata del ritorno
A Campodimele, un passo dopo l'altro,
poiché la felicità che ci spetta su questa terra
non è che un piccolo sentiero
dove fioriscono resede.
Se la felicità che ci spetta su questa terra
non sono che le tue braccia
che incatenano gli accordi del mio canto
allora vieni - non togliere le mani dalla poesia.
Respiro ritrovato Paesaggio lavato.
Attimi appena. Tutto è favola
lira e fervore. E se tu resti
vicino a me trasformando
capanne in palazzi io prenderò
la terra dividerò la felicità.
Per quanto lontano tu sia
su ogni albero e arbusto tu appendi
slanci vertigini e il tuo destino
le parti più belle della vita
e il loro mistero. Resta. Resta là.
Tu che viaggi di caverna in caverna
con un'acqua di miele
per rinfrescare il mio cielo.
Quando opprime il mio petto la notte
di nere tenerezze
io salgo la via di Campodimele.
Scambio parole con le resede.
Immagini di sogno
mi fanno avanzare. Vigneti a terrazza.
Fontane cristalline. Aspirazioni. Delizie
delizie.
La porzione di felicità su questa terra
non è che un volo di libellula.
Volo solitario. Poesia tu già fuggi.
Ballata dei bambini di miele
Io vi chiamo - una luce mormora una risposta.
Voi scendete per le scale
profumati di bosco a primavera
bambini di miele.
Le parole s'illuminano
io vago nel corridoio.
Un poema fugge verso il ritratto sul muro.
Nel mezzo della strofa s'interrompe la musica.
Tu scriverai sempre per tre bambini di miele
la ballata di Campodimele.
Huhu weh hu - il principe delle elggende hudulerhu
ha ripreso le risate che il tempo non ha conervato.
Colui che canta che il sole
è un fiore del paese da cui viene - ascoltalo
- ascolta anche l'altro che intreccia i suoi capelli
con raggi di luna.
Io vi chiamo. Una luce mormora una risposta.
Vi prego - che avete fatto
- sono bombe? Dal ponte non vedo
l'orizzonte. Da che parte è l'uscita?
Un bocciolo di rosa quel mattino voleva
cogliere - ultimo gesto. Ciò che è semplice
non esiste più nel corso prevedbile dei giorni.
Una luce mormorava una risposta.
Vi ho chiamati.
Niente di quel che speravo è accaduto.
Sì - troppo lirica è la ballata e fin troppo poetica.
Che importa - le prime parole
saranno le ultime. Io vi chiamo di nuovo.
Una luce mormora ancora una risposta?
Ballata di Spigno
Senza fine senza tregua l'allegrezza mi fugge
Oggi più gioia che pena
Dopo aver dato la morte salvare una vita
Ditemi non di parlare ma di tacere
Spina spina Spigno - una spina trafigge il mio petto
"Allentare l'arco non guarisce la piaga"
Rumori strani sonagli e raganelle
Ditemi ancora da dove arriva la troupe dei ballerini?
Piccola Gabriella Nicole petite Abiti lì
tutta dolcezza.
Donare la morte In un accordo salvare una vita
Non parlare L'amore durava bisognava tacere
Spina nel petto Allenta l'arco Spina spina Spigno
Un pezzo di terra Poi salvare una vita
Semplice mortale
dopo aver dato la morte Canta allodola canta
intreccia la tua danza in alto più che puoi
Spezza la freccia - e ridiscendi. È là che ti aspetto
Allentare l'arco sulla tua assenza Ah! Togliere la spina dal mio petto
Spina spina! Non guarisce la piaga
Note di dicembre Rondinotto senza te
Che fare? Organetto e violoncello
Sylvain Chauveau nell'inverno dei silenzi
Tu suoni ancora per la buganvillea senza fiori né foglie
Poche misure Guarda la spina
Non guarisce la piaga Non guarsice!
Allentare l'arco; Spigno spina
Buona o cattiva poesia? Più muore nella piaga
più vive nel suo arco Solo senz'appoggio tace.
L'amore abita al di là di ogni bellezza Comprendete
se volete Se tu allenti l'arco delle tue palpebre
La ferita guarisce. Spina, spina Spigno spina
Spina spinetta spina vinetta
Rondinelle clandestine
Chi li consolerà i clandestini?
Cosa potrai soffiare al loro orecchio
quando popoleranno i veri cieli
la loro foresta senza messaggio.
Vestita di stracci la mano
affonda nel roseto
per cogliere una rosa.
Sbriciolata la mussola
cade senza parola.
Che silenzio!
***
Notti in cui dormiamo
in cui dormiremo insieme
nero e bianco confusi
su tutti gli scarabocchi incisi nell'argilla.
La luce nasce dalle sabbie
deserto ove passa la rondinella clandestina.
Che vede? Ha scritto il bianco
e il nero confusi sulla sua ala.
Ardesia che nessuno guarda.
***
Potrei dimenticare morendo
l'ardente desiderio d'amore?
Conservare nella pupilla
la memoria della carta che mai si posa
ove l'impronta si appoggia
di labbra che amano.
Con qualche piuma
accendete un bagliore.
Gioiosa esaltazione che respinge
il tuffo delle tenebre.
Ma quel vento terribile
la pioggia violenta permanendo
fra l'alto e il basso del giorno
in cui nessuno vediamo.
Perdita dei nostri poteri. Tutto
è incolore. Nulla si può
nominare. Nuda una rondinella
clandestina attraversa la via
delle cento plastiche.
***
Il cielo accorre al proprio soccorso
la terra è a riposo
il giardino offre un incanto
lineare. Alta una voce
il cui suono appena è percepibile.
Un uomo dal cappotto troppo grande
ha una maniera impossibile di aprire
la vita nel cassonetto pieno.
Voi sole gridate
rondinelle clandestine
sopra il coperchio della pura violenza.
***
Avviluppate i vostri corpi
d'angoscia in un sacco a pelo.
Fermo il tempo
davanti al vuoto ben teso.
Il silenzio del gelido inverno
sospende ai rami
voci basse.
Se non ci fosse più l'erba
Crea sulla terra
l'erba.
Amante del pensiero e del piacere
ciuffo che fa quello che gli piace.
Bouquet venuto al mondo
per la prima volta - la tua forza il tuo ardore
ti hanno piantato tra noi umani.
Nel pomeriggio ho tagliato qualche graminacea.
Un umile ciuffo che sa il presente
contro l'eternità.
Stasera ricomincio a scrivere.
Con il piccone il pensiero il piacere.
La poesia con la sua inquietudine
custodirà fasci di fieno fra le parole.
Accanimento dell'erba
Essere strappata
da un po' di terra che si è riusciti a farsi amica
- un balbettare in cui vacilla la vita -
vocali che chiamano a opposte direzioni.
Se l'erba non torna più...
Assenza che cambia i rapporti con l'infinito
"non servo più a niente...
quali prove!" e il vento
e il vento che ci scompiglia.
Partiamo - ci sono fuochi ovunque. Vieni
- il treno arriva. Salviamoci.
Un'erba solidamente radicata
ci trattiene ostinatamente.
Da un terreno all'altro la radice
si accanisce in profondità.
Si erge infine una lancia. Una lampada.